Protocollo di Kyoto

Il Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici è un accordo internazionale che stabilisce precisi obiettivi per i tagli delle emissioni di gas responsabili dell'effetto serra e del riscaldamento del pianeta, da parte dei Paesi industrializzati che vi hanno aderito.

Lo stesso si fonda sul trattato United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC), firmato a Rio de Janeiro nel 1992 durante lo storico Summit sulla Terra. Per attuare il trattato, nel 1997, in Giappone, è stato studiato un "protocollo" che stabilisce tempi e procedure per realizzare gli obiettivi del trattato sul cambiamento climatico.

Il trattato, di natura volontaria, è stato sottoscritto l’11 dicembre 1997 durante la Conferenza delle parti di Kyoto (la COP3) ma è entrato in vigore solo il 16 febbraio 2005 grazie alla sua ratifica da parte della Russia (che era avvenuta nel precedente Novembre 2004): infatti, perché il trattato potesse entrare in vigore era necessario che venisse ratificato da non meno di 55 Nazioni, e che queste stesse Nazioni firmatarie complessivamente rappresentassero non meno del 55% delle emissioni serra globali.

Adesione al Protocollo di Kyoto
Adesione al Protocollo di Kyoto

Il protocollo escludeva inizialmente dal campo di applicabilità i trasporti aerei e navali; la definizione delle misure da intraprendere nel settore dell’aviazione sono state demandate all’ICAO.

Il Protocollo di Kyoto è visto come un primo passo importante verso un regime di riduzione delle emissioni globale che stabilizzerà le emissioni di gas serra e che può fornire l'architettura per i futuri accordi internazionali sui cambiamenti climatici.

I “principi di funzionamento” che stanno alla base del Protocollo di Kyoto sono i seguenti:

  • International Emissions Trading: gli Stati che hanno aderito al protocollo di Kyoto hanno accettato di rispettare obiettivi di limitazione/riduzione delle emissioni di gas serra. Questi obiettivi sono espressi come livelli di emissioni che sono consentite o "quantità assegnate" in un certo periodo temporale. Le emissioni consentite per ciascuno Stato sono suddivise in "unità di quantità assegnate". Lo scambio di emissioni, come stabilito nell'articolo 17 del Protocollo di Kyoto, consente ai paesi che dispongono di unità di emissione assegnate che sono state “risparmiate” (emissioni che sarebbero state consentite ma che non sono state "utilizzate") di vendere queste quantità in eccesso ai paesi che superano i loro limiti.
    Pertanto, è stata creata una nuova merce sotto forma di riduzioni delle emissioni. Poiché il biossido di carbonio è il principale gas serra, in questo caso si parla semplicemente di “commercio di carbonio”. Le emissioni di carbonio vengono quindi monitorate e scambiate come qualsiasi altro bene; questo meccanismo è noto come "mercato del carbonio" (Carbon market).
  • Clean Development Mechanism (CDM): definito nell’art.12 del Protocollo, consente ad un Paese che si è impegnato a ridurre o limitare le emissioni in accordo a quanto stabilito dal Protocollo di Kyoto, di poter attuare dei progetti di riduzione delle emissioni stesse nei Paesi in via di sviluppo. Tali progetti consentono di aver riconosciuti “crediti di riduzione certificati delle emissioni” (CER), ciascuno equivalente ad una tonnellata di CO2, che è possibile immettere sul mercato del “Carbon market” al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo stesso. Un’attività del progetto CDM potrebbe essere, ad esempio, un progetto di elettrificazione rurale realizzato tramite l’utilizzo di pannelli solari, l’installazione di caldaie più efficienti o l’utilizzo di trattori elettrici in aeroporto che consentano la riduzione delle emissioni di CO2.
  • Joint Implementation: il meccanismo noto come "implementazione congiunta" (Joint Implementation), definito all'articolo 6 del Protocollo di Kyoto, consente a un Paese che ha assunto un impegno di riduzione o limitazione delle emissioni ai sensi del Protocollo di Kyoto di guadagnare unità di riduzione delle emissioni (Emission Reduction Units, “ERU”) da un progetto di riduzione o rimozione delle emissioni attuato presso un altro Paese che ha aderito al Protocollo, ciascuna equivalente a una tonnellata di CO2, che può essere conteggiata per raggiungere gli obiettivi di Kyoto. L'implementazione congiunta offre ai Paesi in causa un mezzo flessibile ed efficiente in termini di costi per adempiere a una parte degli impegni assunti secondo il Protocollo di Kyoto, mentre il Paese nel quale viene sviluppato il progetto beneficia degli investimenti stranieri e del trasferimento di tecnologia. 

Il Protocollo di Kyoto costituisce il primo accordo internazionale che vede l’impegno vincolante, da parte degli Stati ce ne hanno aderito, volto a perseguire fattivamente il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo stesso in favore del contenimento del riscaldamento globale del pianeta.

Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare la sezione dedicata al Protocollo di Kyoto sul sito dell’UNFCCC.

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