Sustainable Aviation Fuels e ruolo dell’ENAC
Il report dell’International Civil Aviation Organization (ICAO) sulla possibilità di raggiungere un Long-Term global Aspirational Goal (LTAG) per la riduzione delle emissioni di CO2, disegna scenari futuri in cui, pur considerando una continua crescita del traffico aereo, le emissioni possono essere ridotte attraverso l’integrazione di vari fattori quali l’aumento dell’efficienza dei velivoli attraverso miglioramenti tecnologici, l’adozione di procedure di volo più efficienti e, in modo preponderante rispetto ai precedenti elementi, l’introduzione dei Sustainable Aviation Fuels (SAF).
Ad oggi la disponibilità a livello mondiale di SAF è inferiore allo 0.2% del fabbisogno, condizione che determina un costo particolarmente elevato di tali carburanti rispetto a quelli tradizionali. Per superare la situazione di stallo determinata da tale condizione, già da alcuni anni diversi Stati del mondo hanno introdotto policy per favorire la produzione e la diffusione di questi carburanti. Queste comprendono sia incentivi economici, destinati ai produttori di SAF così come agli utilizzatori, sia i cosiddetti blending mandates, ossia norme che impongono una quota minima di fornitura e consumo di carburanti sostenibili.
A partire dal 2020, Paesi come Norvegia, Francia o Svezia hanno costruito policy basate su obblighi di questo tipo, ritendendole utili ad assicurare una minima domanda di mercato, certa nel tempo e tale quindi da favorire gli investimenti. Tuttavia, allo scopo di uniformare le condizioni di mercato nell’area economica europea, nel 2023 la Commissione Europea ha introdotto il Regolamento (EU) 2023/2405 “del parlamento Europeo e del Consiglio del 18 ottobre 2023 sulla garanzia di condizioni di parità per un trasporto aereo sostenibile”, detto in breve RefuelEU Aviation, che definisce le quote minime di SAF che nel periodo 2025- 2050 i fornitori di carburanti dovranno rendere disponibili presso i principali aeroporti dell’UE. Tali quote sono crescenti nel tempo, a partire dal 2% del 2025 fino al 70% del 2050, e prevedono sotto-quote per i SAF di origine non-biologica, detti Synthetic Aviation Fuels.
Sebbene l’obbligo si applichi ai fornitori di carburanti, il Regolamento RefuelEU Aviation fa sì che in modo indiretto anche gli operatori aerei siano portati ad usare i SAF disponibili presso gli aeroporti. Tale meccanismo è assicurato da un’ulteriore misura contenuta nel Regolamento, detta di anti-tankering, che prevede l’obbligo per qualsiasi operatore aereo – europeo e non – di rifornirsi presso un dato aeroporto dell’Unione da cui opera, coprendo almeno il 90% del fabbisogno annuale di carburante legato alle tratte che originano da quell’aeroporto. Questa misura, oltre a contrastare la pratica di imbarcare più carburante del necessario in quegli aeroporti dove questo costa meno, porta a ridurre consumi ed emissioni e allo stesso tempo fa sì che la quota di SAF disponibile presso gli aeroporti venga imbarcata a bordo dei velivoli.
In Italia, le istituzioni prevalentemente coinvolte nell’ambito della sostenibilità del trasporto aereo sono il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e l’ENAC, che dialoga con entrambi i Ministeri per fornire supporto sia sul piano tecnico che su quello regolatorio, anche grazie alla sua presenza all’interno delle organizzazioni internazionali come l’ICAO o l’European Civil Aviation Conference (ECAC).
La collaborazione tra le suddette istituzioni sui temi della sostenibilità ambientale del trasporto aereo vede nell’implementazione dell’Emission Trading Scheme (ETS) europeo un esempio recente e particolarmente concreto. Infatti, l’autorità competente in Italia per l’ETS è attualmente identificata in un comitato interministeriale, chiamato “Comitato ETS” e partecipato dall’ENAC, che ha competenza sia per l’aviazione che per gli impianti stazionari. Con la Direttiva emendata 2023/958 del maggio 2023, nell’ETS è stata introdotta una premialità per gli operatori aerei che utilizzano SAF. Attraverso questa misura, infatti, 20 milioni di quote di emissioni sono riservate a tali operatori al fine di coprire parte del differenziale di costo tra SAF e jet-fuel tradizionale, con un criterio di proporzionalità rispetto alla sostenibilità dei carburanti impiegati.
In ambito RefuelEU Aviation, l’ENAC è designata come autorità competente per l’implementazione del Regolamento in Italia, ruolo che attribuisce all’ente funzioni sia di supporto che di controllo. Le prime riguardano principalmente la verifica dei report su quantitativi e tipologie di carburante che gli operatori aerei devono inviare annualmente all’EASA, le seconde invece mirano al rispetto delle norme introdotte dal Regolamento attraverso l’istituzione di un opportuno sistema sanzionatorio.
Inoltre, gli esperti dell’ENAC partecipano alla RefuelEU Member State Network e al Sustainable Aviation Expert Group creati dal Dipartimento per la Mobilità e i Trasporti della Commissione Europea (DG-MOVE) in collaborazione con EASA allo scopo di facilitare l’implementazione del Regolamento RefuelEU Aviation.
In aggiunta ai suddetti compiti, sin dall’emanazione della prima bozza del Regolamento RefuelEU Aviation nel 2021, l’ENAC si è posto l’obiettivo di definire, in sinergia con i predetti Ministeri, una roadmap per i SAF in Italia, focalizzando l’attenzione sullo studio di possibili policy incentivanti la produzione e l’uso dei SAF, con un approccio coerente rispetto al contesto definito dalle normative europee.
Il documento Una roadmap per i Sustainable Aviation Fuels in Italia, è risultato del lavoro svolto durante il 2023 in collaborazione con gli stakeholders del trasporto aereo e della filiera dei carburanti in Italia.
Il documento descrive il percorso intrapreso dall’Enac per la definizione di una roadmap nazionale per i Sustainable Aviation Fuels (SAF) e si basa su un’indagine che ha posto al centro il confronto aperto e costante con gli stakeholders, con i quali l’Enac ha avviato, sin dal 2019, un dialogo nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale sui SAF.
L’indagine, svolta tramite questionari inerenti alle possibili policy atte a facilitare lo sviluppo dei SAF in Italia, ha visto la partecipazione di stakeholders appartenenti a categorie quali operatori aerei, gestori aeroportuali, produttori, distributori e handlers di carburanti, costruttori di velivoli e sottosistemi, università e enti di ricerca.
Il metodo di indagine è stato concepito a partire dal documento Guidance on Sustainable Aviation Fuels, sviluppata dal Sustainable Aviation Fuels Task Group (SAF-TG) dell’ECAC, adattando le soluzioni proposte al contesto italiano e fissando un obiettivo generale coerente con i feedback degli stakeholders, quello cioè di definire un quadro bilanciato e stabile nel tempo per lo sviluppo del mercato dei SAF in Italia.
Grazie ad un’ampia adesione da parte dei soggetti coinvolti, è stato possibile determinare le linee d’azione principali volte a incrementare l’offerta e la domanda di SAF, le connessioni tra domanda e offerta, la disponibilità di materie prime, nonché a garantire l’applicazione del Regolamento RefuelEU Aviation.
A tali linee d’azione sono state quindi associate misure implementative che, seguendo l’ordine di priorità indicato dagli stakeholders, hanno permesso di determinare una roadmap, ossia un piano di implementazione strutturato su un arco temporale opportunamente definito di durata triennale.
Nel documento, la descrizione di tale percorso è accompagnata da un quadro circa l’attuale contesto nazionale e internazionale in merito ai SAF e dalle prospettive future per una strategia di sviluppo coerente rispetto agli interessi del Paese e dei rapporti con le istituzioni sovranazionali in materia di ambiente e trasporto aereo.
Dal dialogo con gli stakeholders emerge quanto sia urgente e necessario affrontare tali ostacoli attraverso un approccio olistico, che non ponga sproporzionate limitazioni alle possibili materie prime e ai processi di trasformazione. Più nello specifico, si evidenzia che una strategia atta a colmare il gap produttivo di SAF nel breve periodo debba focalizzarsi su soluzioni tecnologicamente e commercialmente mature quali i biocarburanti, ottenuti tanto da sostanze di scarto o residui, quanto da biomasse prodotte attraverso colture dedicate nel rispetto dei criteri di sostenibilità individuati dal quadro regolatorio.
Questa strategia consentirebbe di creare vantaggi per il settore in termini di disponibilità di carburanti sostenibili e al contempo attiverebbe filiere internazionali in cui Paesi in via di sviluppo possano avere un ruolo essenziale nella catena produttiva, beneficiando così del valore generato dalla partecipazione diretta al processo di transizione verso la net-zero emissions aviation.
Per ulteriori approfondimenti:
- I carburanti alternativi per l’aviazione
- Documento sintetico “Verso una Roadmap per i Sustainable Aviation Fuels in Italia”, pubblicato da ENAC a novembre 2023
- Il Sustainable Aviation Fuels Task Group (SAF-TG) dell’ECAC e la Guidance on Sustainable Aviation Fuels
- Mappa ECAC/EUROCONTROL sulla disponibilità di SAF e sui blending mandates in Europa
- RefuelEU Aviation: Regolamento (EU) 2023/2405 del parlamento Europeo e del Consiglio del 18 ottobre 2023 sulla garanzia di condizioni di parità per un trasporto aereo sostenibile
- ETS: Direttiva (UE) 2023/959 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 10 maggio 2023 recante modifica della direttiva 2003/87/CE, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell’Unione, e della decisione (UE) 2015/1814, relativa all’istituzione e al funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema dell’Unione per lo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra
- ICAO “Long Term global Aspirational Goal (LTAG)” per la riduzione della CO₂ prodotta dal trasporto
aereo internazionale: Long term global aspirational goal (LTAG) for international aviation
Ultimo aggiornamento: 12/11/2024