La categoria aperta, destinata alle attività ricreative e ad alcune attività commerciali a basso rischio, è suddivisa in tre sottocategorie: A1, A2 e A3. Per ciascuna sottocategoria vengono definiti specifici limiti d’impiego in aggiunta a quelli generali.
- A1: l’attività di volo deve essere pianificata in modo che si possa ragionevolmente prevedere che non saranno effettuati sorvoli su persone non coinvolte. In caso di sorvolo imprevisto, il pilota deve ridurre il più possibile il tempo di sorvolo.
- A2: per la distanza da mantenere dalle persone non coinvolte si applica la regola 1:1 (ad es. se si vola a 50 mt di altezza occorre mantenere 50 mt di distanza dalle persone non coinvolte). In ogni caso, la distanza minima è di 30 mt (riducibile a 5 mt se è stata attivata la modalità “low speed” con velocità 3 m/s).
- A3: distanza dalle persone non coinvolte nel rispetto della regola 1:1 (minimo 30 mt). In ogni caso la distanza minima non deve essere inferiore alla distanza coperta dal proprio UAS alla massima velocità in 2 secondi (ad es: se l’UAS vola a 25 m/s, la distanza minima dalle persone non coinvolte diventa 50 mt).
Distanza minima di 150 mt da zone residenziali, industriali, commerciali e ricreative.
I droni immessi sul mercato prima del 1° gennaio 2024 potranno ancora essere operati nella categoria aperta:
- in sottocategoria A1 se il peso è inferiore a 250g
- in sottocategoria A3 se il peso è inferiore a 25kg
I droni con marcatura di classe possono essere operati in categoria aperta:
- in sottocategoria A1 se hanno una marcatura di classe C0 o C1;
- in sottocategoria A2, se hanno una marcatura di classe C2;
- in sottocategoria A3 se hanno una marcatura di classe C0, C1, C2, C3 o C4.
Ultimo aggiornamento: 14/05/2024